Appena Apollo ha raggiunto la Tunisia, il 15 settembre, la nostra associazione ha contattato Hichem Azafzaf e Claudia Feltrup-Azafzaf, rispettivamente presidente e direttore esecutivo dell’Associazione "Les Amis des Oiseaux" (AAO/BirdLife Tunisia), molto attiva nella protezione dell’avifauna e della natura tunisina.

I due ornitologi, a loro volta, hanno allertato Mahdi Abdelly dell’“Association pour l'Environnement et le Développement de Soliman (AEDS)”, un gruppo di supporto della AAO/BirdLife Tunisia per l’area protetta Sebkhet Soliman, molto vicina al luogo nel quale il gps segnalava Apollo.

Mahdi Abdelly si è recato nell’area da noi indicata ed è riuscito ad osservare e fotografare Apollo, il quale risultava in ottima forma e non era in compagnia di altri capovaccai.

Il giorno 19 settembre, al mattino presto, Claudia Feltrup-Azafzaf, aiutata da Moujib Gabous, dipendente della loro associazione, ha raggiunto l’area frequentata da Apollo ed ha cercato di individuare il giovane capovaccaio. Informati in tempo reale della posizione del giovane, i due ornitologi lo hanno avvistato e subito dopo hanno messo della carne a sua disposizione, in parte a terra ed in parte sopra un muretto di una casa diroccata.

Apollo, rimanendo a debita distanza, ha osservato la scena e non appena si sono allontanati ha subito approfittato della carne sistemata a terra; nei giorni successivi, invece, i segnali gps hanno rilevato la sua frequentazione del muretto.

Il giovane avvoltoio è rimasto nella zona, situata a circa 50 km da Tunisi, per 9 giorni; infatti il 24 settembre ha ripreso la migrazione giungendo il giorno dopo nei pressi del Parco Nazionale Bou-Hedma, 250 km più a sud. Da qui è ripartito il 27 settembre, ha superato il confine con l’Algeria ed ha cominciato ad addentrarsi nel “vero” deserto, con dune di sabbia, nel quale ha sostato anche una notte.

Purtroppo i dati inviati dal GPS sono diventati sempre più sporadici a causa della mancanza di una diffusa rete per cellulari. L’ultimo dato a nostra disposizione risale al giorno dopo, 28 settembre alle ore 13:50, quando Apollo risultava in volo e fino a quel momento aveva percorso 3.011 km dall’inizio del viaggio dall’Italia, ben 426 km dei quali soltanto nelle 24 ore precedenti.

Da tre giorni non riceviamo dati e, ovviamente, ci auguriamo che ciò sia causato solo dalla mancanza di antenne riceventi. Se Apollo avesse l’intenzione di raggiungere il Niger, dove attualmente si trova sua sorella Sara, liberata in Puglia nel 2015, da quel punto gps gli sarebbero rimasti ancora da percorrere circa 1.500 km.

Dopo la partenza di Apollo dal Parco dell’Appennino Lucano sono stati diversi i tentativi, da parte di ornitologi, come riferito qui ed in precedenti post, di osservarlo ed assisterlo: nella mappa si possono vedere i punti nei quali si è tentato di osservarlo (5), dove si è osservato (3) e nei luoghi dove si è predisposto un carnaio volante, utilizzato da Apollo (uno in Italia ed uno in Tunisia).